
Ci sono solo altri cinque mesi del 2014 prima di dare il benvenuto al nuovo anno e in questo lasso di tempo c’è ancora molto denaro da guadagnare online. Molti hanno creduto a lungo nel potere della SEO, ma non tutto ciò che dicono è esatto. Ecco alcuni miti che vi riporteranno alla realtà. Mito n. 1: Ottimizzare tutti i testi di ancoraggio con le parole chiave aiuta Per definizione, il testo di ancoraggio è il testo che viene linkato, sia esso una frase o una parola chiave. Ai tempi d’oro, l’ottimizzazione del testo di ancoraggio con parole chiave speciali aiutava a incrementare le classifiche di ricerca, ma nell’ultimo anno gli aggiornamenti dell’algoritmo di Google hanno diminuito questo potere. Il collegamento di parole chiave a siti interni ed esterni non è più una strategia efficace e l’eccessiva ottimizzazione del testo di ancoraggio può invece danneggiarvi (perdita di rango/penalizzazione manuale da parte dei motori di ricerca). Mito n. 2: Il guest blogging danneggia la SEO A causa delle alte sfere che hanno denunciato il guest blogging a fini SEO, molti hanno pensato che il guest blogging in generale li avrebbe messi nel mirino di Google. L’unico motivo è che Google ha riconosciuto molti siti web, noti anche come blog spam, creati originariamente per manipolare le classifiche di ricerca. In genere questi siti contenevano contenuti di bassa qualità utilizzati solo per ottenere link. Se è fatto male, sarete penalizzati, ma un modo per gestirlo correttamente è assicurarsi di ottenere esposizione su siti web di alto profilo piuttosto che su siti più piccoli e sconosciuti. Mito #3: Non avere link follow non crea valore I backlink contrassegnati come “rel=nofollow” non forniscono un valore altrettanto grande di quello dei normali link follow, perché apparentemente non passano il Page Rank. In ogni caso, questi link “nofollow” sono ideali e importanti per le aziende. I motori di ricerca hanno un valore per il posizionamento nell’algoritmo e naturalmente inviano un segnale a Google per dimostrare che si tratta di un “profilo di backlink naturale” che non vi danneggia affatto. La mancanza di link “nofollow” in un profilo di backlink può effettivamente indurre Google a tenervi d’occhio. In conclusione, contrassegnare i link “nofollow” non significa che non genererete traffico o contatti per la vostra azienda. Mito #4: Google non è in grado di leggere JavaScript o Ajax È un’idea errata comune che Google non sia in grado di leggere JavaScript o Ajax, ma in realtà Google può farlo! Prima che l’applicazione Ajax rendesse difficile per i motori di ricerca elaborare tali contenuti attraverso i browser e li rendesse invisibili ai crawler. Nonostante i costanti sforzi per affinare le sue tecniche, le informazioni di crawl e di indice di Google sono cresciute in modo impressionante. Leggete il metodo pushState nella sezione Aiuto ai Webmaster di Google per scoprire le modifiche. Mito n. 5: Se vi classificate a livello nazionale, sarete ricercati con successo In realtà, la spinta per le ricerche locali di Google+ e Google-Map ha effettivamente battuto la concorrenza per i risultati di ricerca nazionali. Questo perché Google Maps e Google+ appaiono per primi, dato che sempre più persone utilizzano i loro dispositivi mobili per le ricerche su Internet. Non bisogna abituarsi troppo al modo in cui funziona, perché si tratta di un settore in continua evoluzione. Ciò che funziona oggi potrebbe non funzionare domani. Buona fortuna! Melanie Han Scrittrice di contenuti e social media